In alcune lavorazioni del legno si hanno dei pezzi con determinate sporgenze e rientranze ove non è possibile impiegare utensili dei tipi già esaminati come seghe, pialle, ecc.; è allora necessario ricorrere agli utensili per intagliare detti genericamente scalpelli. Gli scalpelli si dividono in scalpelli propriamente detti, bedani e sgorbie.
Gli scalpelli (fig. II-68) sono fabbricati generalmente in acciaio duro : da una parte terminano con un tronco di piramide detto codolo su cui viene fissato il manico di legno; dall’altra parte (terminano) con una lama tagliente di forma diversa a seconda dell’uso a cui lo scalpello è destinato.
Tra il codolo e la lama vi è una parte intermedia detta colletto o capocchia che fa da base al manico e permette la trasmissione alla lama dei colpi che vengono dati sul manico. Il manico è sempre realizzato con un legno forte ed elastico (frassino, corniolo, ecc.) ed è fornito di una ghiera metallica di cerchiaggio affinché non si spezzi sotto gli sforzi ai quali viene assoggettato. Gli scalpelli infatti oltre ad essere azionati con la sola pressione esercitata dall’operatore, vengono percossi superiormente sul manico con il mazzuolo; lo scalpello viene tenuto con la mano sinistra mentre con la mano destra si impugna il mazzuolo.
Gli scalpelli presentano robustezza diversa a seconda che debbano essere impiegati per lavori di sgrossatura o di rifinitura; i tipi robusti servono per lavori come l’intaglio di incastri a coda di rondine e simili ; i tipi più fini servono per lavori di pareggiatura, per ugnature e per rifinire e ripulire gli incastri. Tra i tipi più usati di scalpelli ricordiamo: scalpello usuale o sbozzatore con il taglio leggermente arcuato; scalpello con taglio ad angolo, usato per la sbozzatura delle sagome; scalpello a doppio filo e scalpello con angoli smussati per intagli di precisione.
La larghezza del taglio degli scalpelli varia generalmente da 8 a 40 mm circa a seconda dei tipi. L’inclinazione che deve essere data in posizione di lavoro agli scalpelli è di circa 25 ° (fig. 11-69).
Nella fig. 11-70 è indicata la posizione corretta di come deve essere tenuto lo scalpello per smussare l’angolo di un pezzo.
Per quanto riguarda l’arrotatura della lama, questa viene effettuata in maniera analoga a quella dei ferri delle pialle usando allo scopo una normale pietra ad olio per affilatura; l’angolo di inclinazione dello scalpello, mentre si esegue tale operazione, deve essere di circa 30 – 35 gradi al massimo.
I bedani (fig. II – 71) sono simili agli scalpelli ma di forma più robusta e sono impiegati per intagli stretti e molto profondi. In generale le lame sono di sezione quadrata o rettangolare e hanno una larghezza di taglio da i a i 2 mm. A differenza degli scalpelli, durante la lavorazione i bedani vanno tenuti perpendicolari alla superficie da intagliare e con la smussatura rivolta verso la parte interna dell’intaglio. Un altro tipo assai usato di scalpello con il ferro sagomato a forma di doccia è la sgorbia; con tali utensili si possono realizzare delle sagome cilindriche sul fondo delle scanalature e qualsiasi tipo di intaglio, di incisione o scultura del legno.
Le sgorbie assumono anch’esse diverse forme a seconda del tipo di taglio (piatto, curvo, ecc.) ed a seconda della forma della lama, dritta o curva.