In questa guida spieghiamo come unire i pezzi di legno.
Indice
Unioni con chiodi
In generale vengono impiegati in tutti i lavori di carpenteria e di grossa falegnameria; sono sconsigliabili per i lavori di ebanisteria. Tra gli impieghi principali ricordiamo il fissaggio dei compensati sui telai. Nei lavori più fini si ribatte sempre la testa del chiodo con un punzone stuccando poi con del mastice. È bene, se possibile, che il chiodo sia infisso in direzione perpendicolare alle fibre del legno, poiché effettua in tal caso, una maggiore tenuta; se il legno è di tipo duro conviene ungere per facilitare la penetrazione. Per infiggere chiodi in legni sottili o fragili si rende più aguzza la punta del chiodo (per es. con la lima) affinché il legno non si spacchi. Fare sempre attenzione ad usare chiodi da legno e non da muro.
Unioni con viti
Si usano per lavori di falegnameria soprattutto per telai; le viti sono, come già visto, di tipo mordente che si aprono cioè da sé la via nel legno, dove sia stato fatto un primo foro con un succhiello; tale foro deve avere un diametro di circa la metà di quello esterno della vite. Talvolta le viti possono essere impiegate anche per rinforzare delle unioni a colla od a incastro (fig. II- 120).
Unioni a colla
Sono molto facili da realizzare ma sono quelle che presentano la minore resistenza; si deve fare attenzione che le facce da incollare siano ben spianate e che aderiscano perfettamente. Si possono impiegare i vari tipi di colle già viste nel Capitolo terzo; la colla usata va stesa con un pennello in strati sottili affinché si abbia una linea netta di congiunzione; una volta incollati, i pezzi si stringono nei morsetti o sergenti e non devono essere toccati per alcune ore a seconda del tipo di colla impiegato : per es. con la colla da falegname almeno cinque ore e con la colla alla caseina almeno ventiquattro ore. Per i legni teneri si possono usare anche colle molto diluite mentre per i legni più duri si devono usare colle più dense. Tra i tipi più diffusi di unioni a colla ricordiamo quelle di testa con superfici normali (fig. II- 121 a) e con listello interposto (fig. 121 b) .
Unione con perni
Per unioni nel senso della lunghezza che superino la misura di 80 cm o 1 m non è più prudente fare delle connessioni solo con la colla ma è meglio servirsi di connessioni costituite da piccoli cilindri di legno detti perni (fig. II -122) (od anche cavicchi o caviglie o spine) che penetrano in ambedue i pezzi. In tal modo la connessione incollata viene notevolmente rinforzata e consente una unione stabile tra i due pezzi. I perni sono fatti di legno duro e devono avere una scanalatura verticale per permettere alla colla in eccesso di fuoriuscire. I perni devono essere infilati prima nel pezzo di sotto e devono avere la parte superiore smussata, ad invito, in modo da facilitarne l’introduzione nel pezzo superiore. L’incollatura deve avvenire sempre da ambedue le parti; si ricordi dopo il serraggio delle due parti di pulire subito il pezzo dalle sbavature della colla che è uscita fuori.
I perni sono generalmente in numero di due o tre a seconda della lunghezza dei pezzi da unire; qualora si debba impedire una rotazione dei pezzi stessi si impiegheranno dei perni a sezione poligonale; per legni dello spessore di circa 2-2,5 cm si possono usare dei perni di diametro 0,8-1 cm. È bene che il perno forzi leggermente nel foro in cui deve alloggiare; tale foro deve essere preparato precedentemente con il trapano. Tra i tipi principali di unioni a perni ricordiamo quelle ad angolo semplice (fig. II -123); in questo caso, se è tollerata la presenza dei fori sulle superfici esterne, i perni possono essere anche di tipo passante ed i fori possono essere fatti direttamente attraverso i due pezzi dopo che la connessione è stata incollata. L’unione con perni è pure utile nel caso di telai o cornici circolari permettendo così di tagliare, dopo l’unione dei pezzi, la parte di legno da asportare. Con i perni infine si possono fare anche delle buone unioni di testa di due pezzi.
Unioni con linguetta e scanalatura
Tali connessioni vengono generalmente realizzate come rappresentato in prospettiva ed in sezione dalla fig. II – 124; infatti tale tipo di unione con linguetta è il più resistente pur avendo lo svantaggio per alcuni lavori che la linguetta è in vista all’estremità del pezzo. Per pezzi dello spessore di circa a cm usare una linguetta dello spessore di 5-7 mm; è preferibile che la linguetta sia nel senso trasversale della venatura; essa inoltre non deve forzare troppo altrimenti provoca un allargamento verso l’esterno delle pareti della scanalatura con possibilità di rottura del legno. Un altro tipo di unione a linguetta è quello considerato a linguetta fissa dove sia la linguetta che la scanalatura sono ricavate nel centro dello spessore di ciascun pezzo; la loro larghezza è circa un terzo dello spessore. Per effettuare la linguetta è bene usare come pialletto un incastro o incorsatoio; è bene all’inizio del lavoro smussare un po’ gli spigoli in modo che l’incorsatoio possa imboccare in maniera giusta la superficie che fa da guida. Dopo aver ricavato in maniera analoga la scanalatura si provano i due pezzi e si incollano.
Unioni ad incastro a mezzo legno
Le unioni semplici consistono nel collegamento di due pezzi ad angolo retto con l’uso di colla e chiodi (fig. II- 125). La profondità dell’incastro viene segnata con il graffietto usato sulla faccia laterale di ciascun pezzo; per squadrare la larghezza del giunto bisogna usare uno scalpello in modo da formare un piccolo canale nel quale possa poi lavorare la sega. La parte da asportare sarà tolta infine con lo scalpello lavorando come in fig. II- 126.
Le unioni ad angolo obliquo (fig. II – 127) sono più precise delle precedenti e particolarmente utili quando le superfici devono essere modellate.
Le unioni a coda di rondine che normalmente vengono sagomate nei due tipi indicati in fig. II – 128 a e b, sono anch’esse molto resistenti. Citiamo infine un tipo particolare di unione ad incastro (fig. II – 129 a e b) che trova notevole applicazione soprattutto per la costruzione di tavoli dove viene impiegato per la connessione tra il bordo laterale della tavola e le gambe.
Unioni ad incastro a tenone e mortasa
È il tipo di connessione più usato per giunti trasversali nei quali cioè le fibre del legno non hanno la stessa direzione nei due pezzi; l’unione consiste di un dente detto tenone che si incastra in un vano corrispondente detto mortasa. Per costruire il tenone si effettua prima il tracciamento con squadra e graffietto; poi si asportano le parti laterali usando un seghetto a mano; si ricordi sempre che lo spessore della sega deve rimanere esternamente al tracciato, ossia sul legno da eliminare. Per costruire la mortasa si prende il pezzo e si blocca sul banco con il barletto; con il graffietto, la squadra e la punta a tracciare si segnano i lati che delimitano la porzione di legno da eliminare e che devono formare il rettangolo. Si prende poi uno scalpello, preferibilmente un bedano, si incide il legno, lungo i contorni del rettangolo tracciato, lavorando con il bedano verticalmente; infine sempre col bedano in posizione inclinata si staccano via via i vari pezzetti di legno; è opportuno fare leva sul bedano per staccare tali pezzetti. Da ultimo si deve verificare che le varie pareti della mortasa siano verticali e sufficientemente levigate : altrimenti si può provvedere con lo scalpello facendolo funzionare come un raschietto. Verificare anche che la profondità della mortasa corrisponda a quella voluta.
Le unioni a tenone e mortasa trovano moltissime applicazioni soprattutto per porte, finestre, telai in genere, cornici, ecc. In tutti i giunti con tenoni lo spessore del tenone deve essere circa un terzo di quello del legno; il tenone non deve essere esattamente preciso nell’incastro in quanto deve rimanere un piccolissimo gioco per l’adattamento e la colla. Le superfici del tenone devono inoltre presentare una certa ruvidezza per permettere una migliore presa alla colla stessa; per questo si usano, per rifinire i tenoni, lime e raspe. Tra i vari tipi di unione a tenone e mortasa ricordiamo alcuni dei più diffusi riportati nelle fig. II – 130 a, b. Si noti in particolare la fig. II – 130 b dove il il tenone attraversa completamente l’incastro; con la sega sono ricavate due guide in senso longitudinale che devono distare dal lato esterno non meno di i cm per evitare la rottura delle parti laterali del tenone stesso. Questo tipo di connessione presenta notevole resistenza.
Unione a coda di rondine
Il tipo più semplice è quello ad angolo come rappresentato in fig. II -131 a; poiché però la connessione si vede su ambedue le superfici essa è generalmente destinata per lavori non in vista; altrimenti si ricorre al tipo della fig. II – 131 b dove la connessione è visibile solo da un lato e che si chiama appunto a code di rondine semiperse.
Qualora infine si desideri che la connessione sia nascosta su ambedue le superfici esterne dei pezzi, si effettua con sagomature particolari (fig. II – 131 c) e si chiama allora a code di rondine perse. Tale unione oltre che a 90° può essere fatta a 450. Con incastri a coda di rondine si possono effettuare anche connessioni a T. Le unioni a coda di rondine a 90° sono molto usate specialmente per cassetti di ogni tipo. Per quanto riguarda la costruzione dell’incastro è bene prima effettuare gli incavi su di un pezzo; poi si prende l’altro pezzo, si sovrappone al primo e si segnano i tenoni a coda di rondine. È bene tener presente nella esecuzione delle code di rondine che i tratti come A B (fig. II – 131 a) devono essere circa i/6 dello spessore del legno.
Unioni di pezzi curvi
Per alcuni manufatti (per es. sedie) si può presentare la necessità di dover collegare due pezzi di legno curvi; tale unione si può effettuare con un giunto a becco doppio (fig. II – 132 a e b) oppure con giunti a cuneo. Tali tipi di connessione sono tra i più usati in pratica ma si possono effettuare anche con altri profili che ognuno potrà escogitare.
Altri tipi di unioni
Molto importanti sono i giunti ad incastro come quelli della fig. Il-133 che vengono largamente impiegati per scaffali, divisori di ogni tipo; essi consistono in una scanalatura normale o a coda di rondine (più resistente) in cui si inserisce l’altro pezzo che per esempio nel caso dei palchetti risulterà anche appoggiato nella scanalatura stessa. Si ricorda che queste scanalature sono di norma ‘eseguite con gli appositi pialletti od in casi particolari con sega e scalpello.
Ricordiamo infine le unioni a dente semplice (fig. II – 134 a e b) che, incollate, devono essere rinforzate con chiodi perché i pezzi stiano saldamente insieme; in generale si impiegano per lavori dove gli sforzi nella connessione sono leggeri. Un altro tipo ancora è l’unione d’angolo a bordo semplice (fig. II -135) o a bordo doppio con spigolo a 45 gradi; queste unioni sono generalmente usate per lavori come cofanetti e simili. Ognuno potrà poi nella pratica realizzare moltissimi altri tipi di connessioni effettuando varianti sui tipi fondamentali da noi esposti.