Per potersi destreggiare nei piccoli lavori domestici che riguardano muri, pavimenti e soffitti con risultati pienamente soddisfacenti, evitando guai peggiori del danno che si vuole riparare, è necessario seguire alcune semplici regole che sono « il pane quotidiano » per chi fa dell’edilizia il suo mestiere abituale. Le prime nozioni da apprendere riguardano il modo di procurarsi e preparare le materie prime che danno compattezza alle costruzioni murarie. Mattoni, piastrelle, pietre, marmi e infissi, vengono legati fra loro a seconda degli sforzi cui saranno sottoposti, mediante le malte.
Per la costruzione di strutture particolarmente resistenti e armate, si usa il calcestruzzo.
Le malte
Sono impasti di sostanze agglomeranti quali calce aerea, gesso, calce idraulica e cemento con acqua e sabbia; l’impasto ha la proprietà di indurire, in relazione alla sua composizione, in tempi più o meno lunghi. Gli agglomeranti che verranno via via consigliati nel corso dei vari lavori trattati in questo libro, saranno: la calce idraulica, il gesso e il cemento. La calce aerea viene sconsigliata per i lunghi periodi di presa (5-6 mesi) che richiede e per le limitazioni d’uso nei soli intonaci.
Le malte vengono classificate, in relazione alla loro consistenza, in « grasse » quando contengono elevate percentuali di agglomeranti e « magre » nel caso opposto. Le varie gradazioni vengono usate in circostanze diverse; la sabbia usata deve essere di buona qualità, priva di polvere e di sali. Gli agglomeranti sono in vendita nei magazzini di materiale edilizio in sacchi da 50 kg; per piccoli lavori conviene rivolgersi a qualche cantiere edile; infatti un sacco di cemento o di calce aperto non dura a lungo perché è molto sensibile all’umidità;
preparazione: mescolare a secco gli ingredienti richiesti in modo che la miscela prenda un colore omogeneo; al centro del mucchio ricavare un cratere; per piccole quantità l’impasto può essere preparato in un secchio;
Impasto: aggiungere nel cratere una piccola quantità d’acqua che va mescolata subito con il materiale facendolo franare dai bordi del cratere (usare il badile o la cazzuola per piccole quantità); ricreare il cratere e ripetere l’operazione. La prova del nove si fa con la cazzuola: prendere una cazzuola di malta, se l’impasto si screpola sulla cazzuola o ne cola giù, è rispettivamente o troppo duro o troppo bagnato. Nel primo caso aggiungere ancora un po’ d’acqua, nel secondo aggiungere un po’ di calce o cemento. Il tempo di presa della malta è in relazione agli ingredienti usati, generalmente impiega una giornata a solidificare, mentre la presa vera e propria si completa in poco meno di un mese. Le malte cementizie, ossia quelle che impiegano sabbia e cemento, o sabbia, cemento e calce servono per lavori in cui sia richiesta un’elevata resistenza o in presenza di forte umidità. A essiccazione superficiale avvenuta, la malta assume un colore grigio chiaro;
gesso: è un agglomerante a presa rapida con scarsa resistenza, adatto soprattutto per lavori non soggetti alle intemperie e all’umidità. Si presta per il fissaggio di infissi, staffe, tasselli o come legante temporaneo. Gli oggetti in ferro « annegati » nel gesso, devono essere protetti con antiruggine, perché il gesso, in caso contrario, li corroderebbe. Per i lavori di stuccatura si usa mescolare solamente gesso e acqua. Fare impasti piccoli e fluidi per ridurre gli sprechi, attenzione però a non esagerare con l’acqua: il gesso troppo bagnato perde la sua capacità di presa; l’aggiunta di un po’ di sabbia aumenta, ma di poco, la sua resistenza. Per gli infissi e le stuccature che stanno all’aperto, non si deve utilizzare il gesso; lo stesso dicasi per quelli che devono sostenere grossi pesi (serbatoi d’acqua, librerie ecc.); in questi casi si dovranno usare malte cementizie. Sia usando il gesso, sia le malte cementizie, è importante che le parti da unire o il foro da turare siano perfettamente spolverati e ben umidi; tutti gli agglomeranti, infatti, hanno bisogno dell’acqua dell’impasto per far presa.
Il calcestruzzo
È un impasto costituito da tre ingredienti principali: cemento, acqua ed un miscuglio di sabbia e ciottoli di varia grandezza. Mentre le malte sono usate per legare fra loro mattoni, pietre ecc., il calcestruzzo ha in sé tutti gli elementi per costituire una struttura massiccia; viene impiegato, infatti, per strutture portanti, pilastri, muri di sostegno, molto spesso con l’ausilio di armature di trafilati metallici (cemento armato);
scelta della miscela: il cemento e gli altri materiali sono mescolati fra loro in varie proporzioni in relazione all’uso che se ne vuol fare (le proporzioni sono sempre riferite ai volumi e non ai pesi); tuttavia per la maggior parte dei lavori di riparazione è sufficiente conoscere tre miscele principali. Una parte di cemento su quattro parti e mezzo di ghiaia (dimensione massima dei ciottoli 2 cm), sono adatte per la riparazione di fondazioni, solette, pilastri di cancelli; una parte di cemento e tre parti e mezzo di ghiaia (dimensione massima dei ciottoli 1 cm) per fondi stradali o di viottoli infine per lavori di riempimento di crepe e fori, usare una miscela di una parte di cemento e tre parti di sabbia a grana grossa. Preparare il mucchio di ghiaia nella quantità richiesta e versarvi sopra il cemento; girare e rigirare più volte a secco la miscela fino ad ottenere un colore omogeneo, grigiastro; fare quindi sul mucchio un cratere;
impasto e presa: l’impasto va eseguito usando sempre acqua pulita. L’acqua di fiume e quella marina non sono adatte, perché contengono impurità e sali che possono impedire o ridurre l’effetto di presa; aggiungere l’acqua poco per volta e continuare a rimestare finché l’impasto assumerà la consistenza di un « budino » sodo. Attenzione nel versare l’acqua: il cemento, più sottile della sabbia, può essere lavato via e l’impasto risulterebbe alla fine trop
po magro; l’eccesso di acqua, per giunta, evaporando crea porosità e fenditure nel calcestruzzo che ne riducono la tenuta. Il calcestruzzo, nella stagione calda, fa presa in circa quattro giorni, mentre d’inverno impiega una decina di giorni; coprire la gettata con sacchi umidi o fogli di plastica per controllarne l’essiccatura. Se il cemento è esposto al calore, fa rapidamente presa in superficie, mentre in profondità segue i suoi tempi normali; queste diverse velocità di presa provocano crinature e crepe; nella stagione fredda usare gli additivi contro il gelo. Per lavori particolari, dove è richiesta maggior velocità di presa, si usano i cementi a presa rapida (cemento nero) che fanno presa in 24 ore e sono molti utili per fissare infissi, staffe o apparecchi idrosanitari. Bagnare bene le parti da riparare prima di colmare fori o crepe col calcestruzzo; tenere conto che il cemento, facendo presa, si riduce in volume.
Le fasi per la preparazione del cemento. 1, su un mucchio di sabbia o ghiaia A della quantità richiesta (vedere tabelle finali) si versa la corrispondente quantità di cemento B (non troppo dall’alto però perché gran parte del cemento volerebbe via; 2, travasare il mucchio cominciando da un lato e mescolare così sabbia e cemento; 3, fare un cratere e versare un po’ di acqua; mescolare e ripetere l’operazione fino a che l’impasto ha raggiunto la consistenza adatta per il tipo di impiego richiesto.